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lunedì 30 gennaio 2017

La fallacia di Tiffany: la torta dei minerali si sta rimpicciolendo e gran parte di quello che ne rimane non ce lo possiamo permettere

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Audrey Hepburn nel film del 1961 “Colazione da Tiffany”. Dal titolo del film, prendo il concetto di “Fallacia di Tiffany”: non è sufficiente vedere i gioielli dall'altra parte della vetrina per averli. Devi pagarli. La stessa cosa vale per le risorse minerarie. Potrebbero esserci un sacco di di riserve petrolifere sulla carta, ma se le vuoi devi pagare per la loro estrazione. Quello che segue è un estratto leggermente modificato dal libro “L'effetto Seneca”.


Nei dibattiti che hanno a che fare con l'energia ed i combustibili fossili, è piuttosto comune leggere o sentire affermazioni come “il petrolio durerà 50 anni all'attuale tasso di produzione”. Si può sentire anche che “abbiamo ancora mille anni di carbone” (Donald Trump ha affermato esattamente questo durante la campagna presidenziale statunitense del 2016). Quando queste affermazioni vengono fatte ad una conferenza, a volte si può percepire il sospiro di sollievo del pubblico; più vengono pronunciate, più l'oratore sembra essere sicuro di sé. Questa reazione è comprensibile se la valutazione di una lunga durata dei combustibili fossili corrispondesse a quello che ci possiamo aspettare per il futuro. Ma possiamo davvero aspettarcelo?

giovedì 26 maggio 2016

E' tornato il picco del petrolio!

Da “Peak Oil Barrel”. Traduzione di MR (via Maurizio Tron) 

Di Ron Patterson. 


Dov'è finito tutto il petrolio? Il picco del petrolio è tornato

Una nuova ed estesa analisi scientifica pubblicata nelle “Wiley Interdisciplinary Reviews: Energy & Environment” dice che le riserve petrolifere provate secondo le indicazioni delle fonti industriali sono probabilmente “sopravvalutate” della metà. 

Secondo fonti standard come “Oil & Gas Journal”, “Revisione statistica dell'energia mondiale” della BP e della statunitense Energy Information Administration (EIA), il mondo contiene 1,7 trilioni di barili di riserve convenzionali provate. 

Tuttavia, secondo il nuovo studio del professor Michael Jefferson della  ESCP Europe Business School, un ex capo economista della major petrolifera Royal Dutch/Shell Group, questa cifra ufficiale che ha aiutato a giustificare investimenti massicci in nuova esplorazione e sviluppo, è quasi doppia rispetto alla dimensione reale delle riserve mondiali. 

La Wiley Interdisciplinary Reviews (WIRES) è una serie di pubblicazioni peer-review di alta qualità che opera revisioni autorevoli della letteratura attraverso discipline accademiche rilevanti.

Secondo il professor Michael Jefferson, che ha passato quasi 20 anni alla Shell in vari ruoli importanti, da capo della pianificazione in Europa a direttore della fornitura e commercio di petrolio, “i cinque grandi esportatori di petrolio del medio oriente hanno alterato le basi della loro definizione di riserve petrolifere convenzionali “provate” da un 90% di probabilità ad un 50% di probabilità dal 1984. Il risultato è stato un apparente (ma non vero) aumento delle loro riserve di petrolio convenzionale “provate” di circa 435 miliardi di barili”. 

Le riserve globali sono state ulteriormente gonfiate, ha scritto nel suo studio, aggiungendo le cifre delle riserve del petrolio pesante venezuelano e delle sabbie bituminose canadesi – nonostante il fatto che siano “più difficili e costose da estrarre” e generalmente di “qualità peggiore” del petrolio convenzionale. Ciò ha innalzato le stime delle riserve globali di ulteriori 440 miliardi di barili. 

La conclusione di Jefferson è netta: “Detto senza mezzi termini, l'affermazione standard che il mondo ha riserve di petrolio convenzionale provate di quasi 1,7 miliardi di barili è sovrastimata di circa 875 miliardi di barili. Così, nonostante il crollo dei prezzi del petrolio greggio da un nuovo picco nel giugno 2014, dopo quello del luglio 2008, il problema del “picco del petrolio” rimane con noi”